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FAQ - Domande frequenti

Come posso prendere un appuntamento?

Per prendere appuntamento può contattarmi nel modo che la fa sentire più comod* tra:
- Telefonata al numero 349.26.81.952 (se non rispondo subito, richiamo in giornata);
- Messaggio Whatsapp o sms al numero 349.26.81.952;
- Messaggio su Messanger tramite la pagina professionale Facebook

Può prescrivere farmaci?

No.

Non può farlo nessuno psicologo e nessuno psicologo-psicoterapeuta. I farmaci vengono prescritti dai medici.
Gli psicofarmaci vengono prescritti dagli psichiatri, che sono dei medici. Gli psicologi e gli psicologi-psicoterapeuti hanno, comunque, una formazione di base che consente loro di comprendere se c’è l’esigenza di coinvolgere nel percorso di cura uno psichiatra a cui inviare il paziente oppure che si affianchi al lavoro che si sta svolgendo.

Che fasce di età segue?

Mi occupo di adulti, adolescenti e terza età.

Ho una formazione che comprende anche l’età evolutiva (bambini), ma ho approfondito e lavoro da anni con persone che rientrano nelle altre tre fasce. Se si sta cercando un* collega per un bambino o per un preadolescente (indicativamente sotto i 13 anni, quindi tra i primi anni di età e la scuola media) mi si può comunque presentare la situazione e sarà mia cura inviare ad altr* professionista.

Come verifico che lei sia davvero una professionista autorizzata a esercitare la professione?

Si può consultare l’Albo Unico Nazionale del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) per verificare che la persona che abbiamo individuato risulti in elenco. 
Oppure, si può andare sul sito dell’Ordine della Regione di appartenenza e fare lo stesso tipo di ricerca.

Dove si trova il suo studio?

Il mio studio professionale si trova a Bologna, in via Innocenzo Malvasia n. 14, in zona Saffi, ma comodo anche alle zone Lame, San Felice, Riva Reno e Marconi. La posizione è vicina alla sede del quartiere Porto-Saragozza di via dello Scalo

Come posso raggiungere il suo studio?

Lo studio è raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto, sia pubblico sia privato.

Tutta la zona è viabile e ricca di parcheggi.

A 10 minuti è presente il parcheggio pubblico Tanari.

In via Malvasia o sulla vicinssima via Saffi transitano le linee d'autobus 13, 19, 35, 83, 92, 576.

Le stazioni dei treni e delle corriere sono a 10 minuti a piedi, così come il centro cittadino.

Quanto dura un percorso terapeutico?

Dipende.

Dipende dai temi che vengono portati in seduta, da quanto sono complesse le problematiche (se lo sono), dalla cronicità delle questioni (ad esempio se sono quindici anni che esiste quella sofferenza o se sono tre mesi). Ma dipende anche dagli obiettivi che si condividono insieme: cosa vogliamo raggiungere? Qual è lo stato desiderato? Resta fermo il fatto che io scelgo di lavorare per obiettivi e verifiche, per cui ci si danno momenti di valutazione del lavoro svolto nei quali si considera insieme cosa si è fatto e a che cosa ha portato, di modo da poter decidere insieme se e come proseguire il percorso.

Fa sedute per via telematica?

Sì.

Quanto costa una seduta?

Questo è un aspetto che affronto – assieme a tanti altri – al primo appuntamento. Ne comprendo l’importanza, anche nell’ottica dell’investimento personale in un percorso che può durare qualche tempo. 

Qualsiasi tipo di approccio terapeutico va bene per tutt*?

Al momento possiamo dire che esistono fior fiore di studi di efficacia che individuano la validità di ogni tipo di trattamento per le diverse difficoltà portate in terapia. Si possono esplorare gli studi di efficacia usando il link sul sito o guardando la pagina dell’American Psychological Association (APA). Più in generale, le terapie cognitivo-comportamentali (da cui l’orientamento cognitivo-costruttivista proviene), sono attualmente le più “gettonate” in termini di efficacia. Quindi sono alte le probabilità che la terapia in sé sia valida per il problema portato. Resta comunque e sempre l’adagio che – così come succede per i farmaci (o per i fidanzanti e le fidanzate;) – non tutto va bene per tutt*. La cosa migliore da fare è affrontare il tema nelle prime sedute, durante la valutazione, e condividere insieme come sia meglio procedere.

Perché un percorso richiede tempo e non si può risolvere tutto in fretta?

Perché siamo organismi complessi, con un sistema nervoso complesso, che richiede tempo per modificarsi. Ma anche perché siamo anche esseri che hanno bisogno di mantenere una propria coerenza (“io sono io e ho queste caratteristiche”) e le rivoluzioni improvvise potrebbero farci davvero male. Per questo occorre procedere passo dopo passo, nel rispetto dei tempi del cambiamento fisiologico e della sopportabilità individuale dell’intervento. Amo molto la frase del prof. Bercelli, quando dice: “Per fare terapia occorre zappare la terra zolla per zolla”.

Ha senso intraprendere un percorso se ho già una certa età?

Sì.

Mi piacerebbe poterne parlare insieme, perché è una domanda che porta con sé tanti temi! L’invito è a non limitarsi nella richiesta di aiuto e nell’esplorazione di sé se si sente che c’è l’esigenza e la motivazione a farlo.

Le cose che dico verranno tenute riservate?

Sì.

I contenuti delle sedute sono soggetti a segreto professionale oltre che alla legge sulla privacy. Nulla di ciò che verrà detto in seduta verrà divulgato o condiviso in alcun modo. Facendolo, il professionista andrebbe contro una serie di rigorose normative sul tema e verrebbe sanzionato dall’Ordine di appartenenza. Inoltre, non mantenere il segreto lederebbe gravemente la relazione terapeutica e minerebbe alla base il legame e la fiducia necessari a portare avanti un percorso. Non solo, nemmeno la presenza in un percorso dev'essere divulgata. Ciò significa che è tutelata anche l'informazione stessa che si stia seguendo un percorso personale.

Lo studio è accessibile?

Sì.

Lo studio è senza barriere architettoniche e situato al piano terra.

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